Lei è D. è nata ieri appena dopo le 22.00 all’ospedale di Magenta (Milano) accolta dalla sua mamma, dal suo papà, dalle ostetriche e i medici che hanno saputo rispettare integralmente il suo arrivo.
cosa dire …. mi fai impazzire!!!!!!! Sono così felice di sapere che il desiderio della sua famiglia sia stato rispettato e che questa meravigliosa bambina e la sua placenta siano ancora assieme! Vi assicuro che per quanto possa sembrare scontato, la sua mamma ha fatto per il mondo molto più di ciò che si pensa! Le mie figlie ringraziano, hai combattuto una battaglia con determinazione e rispetto … e l’hai vinta, abbiamo vinto tutte … grazie!
Guardate, con stupore, questa creatura che ancora è sospesa, fermatevi ad osservare in silenzio un secondo e provate ad immaginare il miracolo che si sta compiendo. Ecco così, così dovremmo accogliere tutti i nostri figli, la natura non ci ha progettati wireless?, quel filo rosso che ancora le connette è il cordone ombelicale, a ore si staccherà da solo, e sarà emozionante vedere D. nascere di nuovo!!!!! Sono felice!!!!! Tanto! Condividere questa immagine significa riempire gli occhi di chi la guarda di amore, di informazioni corrette, di diritti e di rispetto!
Significa fare sapere al mondo che stiamo cambiando, e lo stiamo facendo grazie alla volontà ferma e risoluta di donne come mamma Silvia, che non si sono fermate a ciò che “lo specialista” ha detto loro, che non si sono fermate ai dati raccolti 50 anni fa, ma hanno preferito ragionare e leggere pubblicazioni recenti, fonti e ricerche portate avanti nell’ultimo decennio, ma soprattutto hanno saputo ascoltare il proprio cuore, la propria pancia, quel sapere nascosto che tutti conserviamo dentro di noi e che ascoltiamo troppo poco…
Niente lo avrete capito, io oggi sono felice! Di più… sono euforica, eccitata, orgogliosa e piena di fiducia in un sistema che piano piano, un passo alla volta, un bambino alla volta sta cambiando! FORZA MAMME, FORZA DONNE! i fatti degli ultimi giorni lo confermano, quando vogliamo sappiamo come cambiare il mondo.
❤ grazie silvia ❤
Ora sono in stanza, immagino ci sia silenzio, ricordo quel silenzio che avevo attorno a me quando la nostra placenta e la sua forza riempivano la mia sala, si staranno annusando, nutrendo… e io mi addormento, piena di ossitocina… gongolando, con questa bella immagine negli occhi.
Ed è da questo racconto che voglio partire, ragionando sulle Convinzioni e le Convenzioni umane.
Si, perché è proprio per questo che spesso agiamo. La stragrande maggioranza dei capi saldi della nostra cultura, poggia su fondamenta costruite della stessa materia del telefono senza fili: “l’uomo ha detto che”, tutto ciò che riteniamo importante, dalla creazione dell’universo al … tempo che fa, sentiamo l’incontenibile e spasmodico bisogno di spiegarcelo, di comprenderlo, di prevederlo e talvolta di dirottarlo. Si, perché riconosco l’importanza della curiosità e la necessità di comprendere le forze dell’universo, ciò che un giorno di tanto tempo fa ci ha fatto chiedere il primo “perché” e ci ha spinti fuori alla scoperta del mondo, ma poi a qualcuno parte la bussola e decide di modificare il flusso, cambiare le carte sotto il naso incredulo della Natura, che probabilmente ci osserva scimmiottare la sua grandezza, maestosità e perfezione come faccio io con mia figlia quando la sorprendo indossare i miei tacchi e prendersi cura delle sue bambole, semplicemente sospiro, cerco di non intromettermi, sperando che cadendo non si faccia troppo male e non smetta di credere in se stessa.
Che delusione deve essere per questa Grande Madre vederci mettere in discussione tutto ciò che lei ha pensato per noi, per farci rispendere come stelle, comportandoci come adolescenti arrabbiati, convinti di saperne più di chiunque altro, anche più di lei, che ogni mattina da milioni di anni fa sorgere il sole, regola con precisione Azoto e Ossigeno lasciandoci respirare e ci tiene alla giusta distanza dalla luna permettendoci di camminare, senza sentire il peso di tale grandezza.
Ma lei continua ad amarci, continua a darsi tutta, continua a raccoglierci da terra e reinventarsi tentando di rimediare ai nostri errori, perché dell’universo poco sappiamo, se non che per qualche magica ragione sia orientato alla sopravvivenza, l’universo e ogni cellula del nostro corpo procede spedita verso la vita, basti pensare alle ferite, alla “follia” secondo cui dall’esatto momento in cui ci tagliamo, tutto il nostro corpo lavora affinché queste si rimarginino, l’universo punta alla vita e noi siamo parte di lui, non c’è differenza o separazione, siamo l’universo stesso.
Ecco, restiamo un attimo su questa affermazione, sulla quale credo possiamo veramente essere tutti d’accordo, e osserviamo la Nascita… non voglio parlare di travaglio, non voglio parlare di parto, non qui, voglio fotografare semplicemente l’istante in cui l’essere umano nasce.
Ogni volta in cui un bambino nasce, ci allontaniamo dalla morte, ogni volta che una vita arriva veniamo salvati, ogni nuovo essere umano è un potenziale eroe, genio, o semplicemente passeggero portatore di sentimenti come l’amore e il rispetto. Proviamo ad osservare la Nascita quindi, come la osserva chi ha fatto di questa convinzione la propria missione, con Gratitudine.
Dovunque ciò avvenga, qualunque inutile intromissione sia stata compiuta, ora non conta più, la Natura ha fatto il suo corso, la vita è atterrata… sta li, non sa nulla di ciò che è, non sa di essere più o meno al sicuro, anzi al contrario si sente in grande pericolo, inoltre il suo corpo si sta adattando alla vita extrauterina: la sua pelle sta scoprendo le gioie del caldo e del freddo, forse scotta e prude, non lo sappiamo, i suoi occhi cercano di non scoppiare, i suoi organi sentono per la prima volta la forza di gravità, tutto pesa, i polmoni bruciano, posso solo immaginare come si senta, nausea, disagio, terrore e chissà cos’altro. E allora direte voi, quanta sofferenza! Che cattiva la Natura!
Eh no… perché, e chi ha mai assistito ad una nascita rispettata sa di cosa parlo, la natura non aveva previsto guanti in lattice, asciugamani, luci al neon, rumori assordanti, superfici in acciaio inox, aghi, mani che tirano e che distendono dopo nove mesi passati raggomitolati, il vuoto, insopportabile, terribile vuoto attorno. No, la natura aveva pensato al buio, alla carne morbida e calda del mammifero che stava dando alla luce, a versi e sussurri, a contatti lenti e timidi, a due corpi esausti rannicchiati uno sull’altro, all’odore… l’odore della madre, l’odore che li legherà per sempre, la sua presenza unica con tutti i suoi batteri (ma questa è un’altra storia).
E poi aveva anche pensato ad un’altra cosa, aveva pensato che in tutto questo caos, sia che avvenga in un ospedale o in un bosco, sarebbe stato meglio non lasciare solo il neonato, qualunque fosse la sua razza o specie, aveva pensato ad una compagna di viaggio per i primi momenti su questo difficile e inospitale nuovo mondo, la sua Placenta.
Ecco il nostro fermo immagine: Il bambino è li, si spera sulla pelle sporca e calda della sua mamma, è fuori, ma parte di lui lo lega ancora all’interno, non è il momento di andare, deve stare.
La Placenta è ancora attaccata alla Madre, attraverso il cordone riceve sangue e ossigeno, perché i suoi polmoni e il suo cuore possano imparare pian piano a funzionare in autonomia, dandogli il tempo di assaggiare la vita, di aprire con calma i suoi occhi alla luce, sentendosi al sicuro.
Poi ecco nascere anche la Placenta… e cosi, a chi sa osservare tutto appare chiaro:
Bambino-cordone-Placenta, ecco il Lotus.
Fermi ora!
Cosa ci spaventa?
Cosa fa tanta paura di questo meraviglioso trio?
Dove sta la fretta?
Nel fatto che si sia “sempre fatto cosi”.
Ecco che torna il nostro telefono senza fili,
Chi? Chi ha fatto sempre cosi? Sempre …quanto?
Negli ultimi 5 anni, le tanto amate dal mondo medico, Evidenze Scientifiche, sono bruscamente cambiate, modificando una pratica ritenuta prima necessaria, ora addirittura pericolosa, il Clampaggio Immediato del cordone.
Lentamente da sciocchi e saccenti adolescenti, stiamo imparando ad apprezzare e comprendere la nostra Grande Madre, stiamo diventando grandi e piano piano riconosciamo il suo valore. Ma non basta, perché tanti bambini fino ad ora, da quando il parto è stato spostato in massa, dalle case all’ospedale, hanno subito i grossolani errori, di protocolli basati su variabilissime evidenze scientifiche, subendo danni più o meno gravi.
Ho visto tante volte chiudere quel collegamento tanto velocemente da non lasciare neanche il tempo alla madre di atterrare, di essere li, senza aspettare che quelle fragili ed estenuate creature fossero pronte a vivere!
Ma davvero credete che la natura, che ha saputo dal nulla creare un altro essere umano, impastando sistemi nervosi, capillari, ciglia, bulbi oculari e iridi belli come galassie, sofisticati sistemi di trasformazione, ad un certo punto si sbagli? Si, perché nel bel mezzo di tutto questo miracolo, si dimentica di separare il bambino dalla Placenta!
Si, la Natura si è sbagliata! ha erroneamente deciso di separare una Placenta grossa come una torta dall’utero materno, provocando perdite talvolta cospicue di sangue, piuttosto che separare un cordone della circonferenza di un dito dalla pancia di un neonato. A livello meccanico, non sarebbe stato più semplice far nascere il bambino soltanto? Se avesse ritenuto inutile la placenta, perché avrebbe dovuto lasciarli uniti? Credete veramente si sia sbagliata? Le anomalie esistono per carità, ma qui si tratta di TUTTE le nascite dei mammiferi del pianeta, tutte… si sbaglia sempre?
La fiducia nel proprio corpo, nella propria Natura, lasciare agire quella parte sottile di noi, così spaventosamente antica e sconosciuta, abbandonarsi alla consapevolezza che esista qualcosa che mai ci potremo spiegare e mai potremmo controllare, ci fa tanta paura! Ma fermiamoci ed ascoltiamo, come in un ballo, sarà lei a portare, basterà chiudere gli occhi, cancellare il pregiudizio e i retaggi culturali, scrollarci di dosso il giudizio e le aspettative degli altri, tutto il resto verrà da sé.
Io mi fermo qui, perché non sono né un medico né uno scienziato.
Io non traggo conclusioni, non vi offro soluzioni, non ne ho le competenze per farlo e forse nessuno le ha, sono solo un essere umano, capace di osservare ed esprimersi, sono libera da leggi e protocolli, ho la fortuna di poter ancora ascoltare quella coscienza fatta di istinto e sensazioni.
Mi fermo davanti a questa immagine e ve la offro assieme al caldo e rassicurante ricordo della nascita gentile della mia Lili; una nascita silenziosa, senza lacrime, senza paura e senza fretta, un’unione che è durata due giorni, fino a quando non è stato chiaro dentro di me, che mia figlia fosse pronta a separarsi dalla sua compagna di viaggio e atterrare.
… semplicemente Nascere, per Anita, 5 anni
Alle riflessioni allego alcuni link, per chi volesse avere più informazioni sanitarie e tecniche sull’argomento, fatemi sapere cosa ne pensate o qual è stata la vostra esperienza.
bellissimo articolo. sono affascinata da questa magia, non ho studiato nulla in merito , ma sento in me la certezza che quella cosa lì sia una cosa naturale. Quando parlo di tutto questo le mie amiche mi guardano come se fossi una pazza “no , no che schifo” . invece io non ci vedo nessuno schifo , ma solo un caldo rifugio ed un miracolo che nutre una piccola creatura anche dopo il parto , cioè un piccolo miracolo.
Per problemi di salute a tempo debito dovrò avere un parto cesareo e sono molto triste di non potere avere un parto naturale , chissà se ci sarà per la mia creatura un modo per avere comunque con se la sua “madre” placenta ?! graze Sara , sei una meraviglia e leggerti mi commuove sempre. Con stima
Josephine